Donazione prima casa, gli aspetti che devono essere valutati con attenzione

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Uno degli esempi nei quali la donazione della prima casa rappresenta una procedura a cui si può ricorrere, è l’eventualità nella quale un debitore abbia la necessità di mettere il proprio appartamento al sicuro dai creditori. Se, infatti, ci si ritrova in una situazione di difficoltà economica e non si è in grado di rimborsare gli importi dovuti, è probabile che il creditore avanzi delle rivendicazioni riguardanti la proprietà immobiliare.

Ebbene, la donazione serve proprio a far venire meno questo rischio. Anche il destinatario della donazione usufruisce di vantaggi di non poco conto, fermo restando che il donante può optare per i diritti di usufrutto una volta che il bene è stato trasferito senza ricompense.

Il rapporto tra donatario e donante

Il soggetto donatario, in sostanza, va ad arricchire il donante in modo gratuito: si pensi, per esempio, alla situazione di un papà decide di donare al proprio figlio un immobile. Ovviamente, nella valutazione di una scelta di questo tipo è opportuno pensare sia ai pro che ai contro. Per esempio un appartamento che è stato ricevuto in donazione non è così facile da vendere, a causa delle pretese che possono essere avanzate dagli eredi legittimari nei confronti del donatario.

Cosa succede dopo che il donante muore

Nel momento in cui il soggetto che ha effettuato la donazione muore, viene avviata una procedura di successione. Gli eredi legittimari hanno la facoltà di aprire un’azione di riduzione e di agire contro il soggetto che ha ricevuto la donazione nel caso in cui egli non rientri tra gli eredi legittimari. Ciò è possibile dal momento che i diritti dei legittimari vengono lesi, visto che essi si vedono sottratta una parte del patrimonio che apparteneva al parente deceduto.

Assicurazione e agevolazioni fiscali

Per tutelarsi contro questa eventualità conviene meditare sull’ipotesi di sottoscrivere un’assicurazione ad hoc, magari chiedendo un Preventivo Polizza Donazione online attraverso il sito Assicurazionimutuo.com. D’altro canto, è utile essere consapevoli delle agevolazioni fiscali che sono previste per le donazioni.

Secondo la sentenza 13118 del 16 maggio del 2019 della Corte di Cassazione, la donazione della prima casa implica che la fruizione del bonus prima casa sia possibile nel caso in cui il soggetto beneficiario non possegga nello stesso Comune un altro immobile o comunque che l’eventuale altro immobile di cui egli è proprietario sia troppo piccolo o addirittura non abitabile per il suo nucleo familiare.

Quali tasse è necessario pagare

Sono tre le principali tipologie di tasse a cui occorre far fronte nel caso di una donazione: si tratta dell’imposta catastale, dell’imposta ipotecaria e dell’imposta sulle donazioni. Tuttavia le spese da affrontare non finiscono qui, perché c’è da tenere conto anche dei costi per il pagamento del notaio. In particolare, l’imposta sulla donazione va da un minimo del 4 a un massimo dell’8 per cento.

L’aliquota al 4 per cento si applica qualora il beneficiario sia un parente in linea retta o il coniuge; se, invece, il beneficiario è un fratello o un parente fino al quarto grado l’aliquota è del 6 per cento. In tutti gli altri casi si sale fino all’8 per cento.

Le altre imposte

L’1 per cento del valore del bene immobile costituisce la somma dovuta per l’imposta catastale per la voltura dell’atto. A tale spesa occorre aggiungere il 2 per cento del valore dell’immobile che equivale all’imposta ipotecaria. Il costo per queste due imposte, comunque, nel caso della donazione di una prima casa è sempre pari a 200 euro, stabilito in misura forfettaria.

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